Assegnazione debiti: il bello della vita può nascondersi anche qui. Io e una collega ne approfittiamo per ricevere alcuni genitori che durante l'anno siamo riuscite a vedere poco. Momento molto tranquillo, anche perché c'è stato tempo di accordarsi con largo anticipo, e i debiti erano già noti - e, nei cuori di alcuni, stranoti - da più settimane. Così il dialogo è proprio vita-vita: c'è la mamma che ha dovuto affrontare una situazione difficile, e sa di aver lasciato la figlia spesso da sola; quella alle prese con le bugie - piccole e grandi - di un'altra; la domanda se far cambiar scuola al figlio, anche per la preoccupazione di alcuni rapporti che lì sono nati, e che non si approvano particolarmente...
Non ci sono ricette, né ricatti, né aut-aut: il momento è un di più (nessuno lo ha imposto, a nessuna delle parti) e i giochi per quest'anno ormai sono fatti.
Cioè, no:
in ogni caso l'anno è servito per mettere a fuoco debolezze e carenze, bisogni e risorse. Ci si aiuta a vedere dove l'altro (per tempo, e spazi) non arriva. A poco a poco, prende forma soprattutto il bisogno di imparare da quel che è stato, e possibilmente rilanciare. Per chi esce da una prima (tutti i miei studenti!), magari anche di rifare il punto e vagliare meglio le scelte fatte.Ma quel che mi ha colpito di più, in un momento come questo, è stato riaccorgermi di questo mio mestiere che amo così tanto e che è sempre nuovo; davanti a genitori che chiedono, capire che questo è il modo in cui la vita diventa cogente per me, mi chiede qualcosa (non poco, a volte): mi chiede di dire quel che ho visto, e come si può costruire (o ricostruire); si paragonano tentativi, ipotesi, successi, preoccupazioni (e insieme ad un collega con cui si è affiatati, è tutta un'altra musica!). Ma, appunto, questo è soprattutto il modo in cui la realtà mi viene vicina e mi chiede dove sono, cosa voglio, quanta attenzione ho prestato ai disagi che ho visto e alle domande espresse - soprattutto, inespresse - dei miei studenti. E' la vita che mi arriva e chiede di tirar fuori esperienze e risorse, o accorgermi di quanto ancora mi manca (la collega, anche in questo, è preziosa: su quanti particolari è più avanti...).
Penso a chi è disoccupato e questa possibilità non l'ha. Penso a come è facile - per me lo è - lasciarsi distrarre dai mille rivoli del mestiere. Ma soprattutto penso con gratitudine al frangente così minimo e scartabile di oggi, che mi ha permesso di rimettere a fuoco me.
Grazie Monica ,perchè queste tue riflessioni mi hanno permesso di "rimettere a fuoco me ".
RispondiEliminaMi hai mostrato come ogni momento possa essere un'occasione pressante per chiedersi perchè e per scoprire che cosa ci muove.La tua testimonianza rende a me più comprensibile l'affermazione secondo cui tutte le circostanze servono per l'edificazione dell'io quando facciamo esperienza del reale.
Ora spengo il computer e lo riaccenderò, spero, alla fine di agosto.
Ti auguro una lunga, serena, divertente e rilassante estate!
La collega con cui si suona (o si ascolta?) tutta un'altra musica.