lunedì 28 marzo 2011

A.A. (Ancora Antigone)

Nei bellissimi giorni primaverili che sono arrivati a Milano, correggere compiti o lasciarsi prendere dalle preoccupazioni appare davvero stonato (tanto più abbandonarsi a pensieri malinconici!). 
Ma oggi il cielo si è coperto, così mi sento meno in colpa a buttar giù qualche riga... E Antigone sta ancora bussando alla porta. 
In una delle pagine finali di Sofocle lette in classe, ci siamo imbattuti anche in quest'altra frase: "Se per gli dei è giusto, allora, attraverso il dolore, riconoscerò la mia colpa...". Mi sono fermata e ho commentato velocemente: "Come è vera questa frase! Capite?". Ma, prima ancora delle risposte esplicite, erano le stesse facce nei primi banchi a dirmi di no. Poi la campanella è suonata, e non c'è stato tempo per dir di più. 

venerdì 18 marzo 2011

Misteriosa Antigone

In queste ultime settimane sto rileggendo in classe le tre versioni di Antigone di Sofocle, Anouilh, Brecht. Partiti in ordine cronologico, l'Antigone di Sofocle ha subito conquistato; poi la lettura di Anouilh - prevedibilmente! - ha surclassato velocemente il favore accordato a Sofocle. Anche io, qualche anno fa, ne ero d'altra parte rimasta molto colpita; capisco il punto di vista dei miei studenti, anche se ora non baratterei mai i due autori!

Ho proposto la lettura di Antigone per la lotta forte che si instaura tra le esigenze del potere e la legge "non scritta" del cuore (il diritto di Antigone di onorare la morte del fratello Polinice). Poi, come insegna Calvino, si scopre che un grande classico non finisce mai di entrare in dialogo con noi e con i problemi del nostro tempo ("Molte meraviglie vi sono al mondo, nessuna meraviglia è pari all'uomo"... "Un uomo, anche se è saggio, non deve vergognarsi di essere duttile, per imparare sempre di di più"...).

A un certo punto però abbiamo riletto una pagina che non ricordavo;

lunedì 7 marzo 2011

Basti l'esempio...?!?


Cosa potrà mai rendere l'idea di un genio come quello di Gaudì?!?

Be', provo a fidarmi di Dante...:
"... Però l'essemplo basti / a cui esperienza grazia serba" (Pd, I)
(... perciò basti l'esempio, per colui al quale Dio un giorno darà la grazia di farne esperienza di persona!)

venerdì 4 marzo 2011

Dedicato a tutte le Giulie


Primo giorno di scuola - by R. Zardoni
 Chi mi conosce, sa che amo molto una frase di Pavese:
"L'unica gioia al mondo è cominciare. E' bello vivere perché vivere è cominciare, sempre, ad ogni istante" (Il Mestiere di vivere)
Mi è capitato più volte di proporla anche ai miei studenti, come messaggio di inzio anno, oppure come tema in classe; ne vien sempre fuori qualcosa di interessante.
Qualche anno fa ho dato questa traccia a una classe del terzo anno. E lì ho incontrato Giulia.

Tutti, abbastanza soddisfatti del titolo, hanno cominciato a scrivere;solo Giulia incalzava con le sue domande: "Prof, ma chi era Pavese? Perché ha scritto questa frase? In che contesto si trovava?". Io rispondo un po' evasivamente: "E' uno scrittore del '900, ha ricevuto diversi premi letterari... Ma tu concentrati sulla frase, vorrei che commentassi quella".
Sapevo che aveva più ragione lei di me: il peso specifico di una frase è dato dal suo contesto. Ma non volevo che sapesse come Pavese avrebbe poi terminato la sua vita. E già la frase immediatamente dopo, nel Mestiere di vivere, sarebbe stato un indizio inquietante:

mercoledì 2 marzo 2011

Dialogo nel buio, chiaro come il sole

Qualche settimana fa sono stata con i miei studenti al percorso "Dialogo nel buio". Alcuni di loro c'erano già stati; io no, e infatti non sapevo cosa aspettarmi. 
Giovanni, la nostra guida (come tutte, lì, un non vedente), è stato strabiliante per la familiarità e la decisione con cui ci ha accolto, e il rapporto che ha voluto instaurare con noi. 
Tappa finale, il famoso bar "al buio", dove porre tutte le domande che sono sorte nell'ora passata insieme. 
Complice anche un po' l'oscurità, i miei studenti non tralasciano nessuna domanda per Giovanni: "Quanti anni hai?" "Come fai a non scottarti quando devi cucinare?!" "Come immagini il cielo?" "E l'azzurro per te cos'è?".

Poi il dialogo si fa più serrato, e insieme più attento: Giovanni rivela che è diventato un non vedente col tempo, cioè che non lo è dalla nascita. 
"Cosa ti manca di più?".
"Gli sguardi delle persone con cui parlo, per sapere cosa pensano davvero".

martedì 1 marzo 2011

Fra il Cielo e il mare

Volevo iniziare così l'avventura di questo blog: fra cielo, mare, e la promessa di una musica nuova. Rubando le parole a Lewis (e so che la citazione è alta! Ma non avrei accettato di iniziare per meno...):

"Ci sono state delle volte in cui ho pensato che non desideriamo il Cielo; ma più spesso mi trovo a chiedermi se, nel fondo del cuore, non abbiamo mai desiderato altro ....
Non è forse vero che le vostre amicizie più durevoli sono nate nel momento in cui, finalmente, avete incontrato un altro essere umano che aveva almeno qualche sentore di quel qualcosa che desideravate fin dalla nascita, e che cercate sempre di trovare, di vedere e di sentire, sotto il flusso di tutti gli altri desideri, e in tutti  temporanei silenzi tra le altre passioni più forti, notte e giorno, anno dopo anno, dall'infanzia alla vecchiaia? 
Tutte le cose che hanno mai posseduto profondamente la vostra anima ne sono state solo degli indizi - barlumi allettanti, promesse mai completamente realizzate, echi che si spegnevano subito appena vi arrivavano alle orecchie. Ma se questa cosa dovesse manifestarsi - se mai dovesse sentirsi un'eco che non si spegnesse subito, ma si espandesse nel suono stesso - voi lo sapreste!".

Il mio primo post vuole lanciarsi in mare per fissare i baleni e gli scorci che le giornate riservano, e lasciarli come postille sul web; ai miei amici per primi, e a quanti raggiungeranno queste pagine. Benvenuti a ciascuno di voi!