Oggi entro in una delle mie seconde, e attendo qualche secondo il silenzio per l'appello. Ma alcuni parlottano, e fatico a ottenerlo subito. "E' successo qualcosa?". Poi aggiungo - altra mia tipica osservazione: "Se è qualcosa che può riguardare il lavoro di tutti, ditemi". E infatti, risponde la ragazza più spigliata: "Prof, ieri hanno fatto vedere un video sui bambini-soldato dell'Uganda. Prima li drogano, poi li obbligano a uccidere i loro parenti; perché c'è un signore della guerra, Kony...".
Allora io annuisco, perché proprio ieri sera ne ho parlato con una amica assistente sociale, in missione in Africa per qualche anno, che mi ha accennato di lui e del "caso" Invisible Children.
"Se anche non li drogassero, non credete che basterebbe certa cattiveria umana a creare dei mostri? Ma forse mi sembra più interessante ridire questo in positivo: voi per caso l'avete saputo da quel giornalista che aveva conosciuto uno di quei bambini, e per questo ha deciso di far girare quel video che...?". Infatti è così.
Poi racconto della mia amica, che avrei già voluto presentargli per raccontare la sua esperienza laggiù. Loro annuiscono e mi chiedono: "Non possiamo proporre a tutta la scuola di sostenere l'attività di Invisible Children?". Io ne sono entusiasta, però aggiungo: "Allora dobbiamo informarci, capire bene come stanno le cose". E affido l'incarico ai primi due che han tirato fuori l'argomento.
Torno a casa: dal 5 marzo la rete è piena di video ed articoli su Kony ed LRA; molti fortemente critici. Però è un dato: il video sta girando il mondo. L'Italia è come sempre un po' in ritardo, ma il fenomeno è enorme.
Eppure, fra i miei studenti, di questi dubbi non c'era traccia.
Sto scrivendo questo post dopo avergli appena spedito una mail, in cui segnalo tutti gli articoli più critici sull'argomento; e naturalmente anche i siti di ONG di diverso orientamento che riprendono e sviluppano le informazioni (il fenomeno dei baby soldiers non è certo di ieri).
E in cuor mio spero che loro abbiano la pazienza di leggerli, di chiedermi, di chiedere ad altri; e spero che trovino anche di più, e allora possa davvero cominciare (dopo la curiosità) il lavoro vero. E spero che il Preside, prima di concedere una giornata sull'argomento (come da loro espresso) vagli bene le ragioni che sapranno esporgli.
Perché Internet è un mezzo eccezionale, ma i miei studenti apprendono notizie come questa esattamente come tante altre (come è giusto che sia, per ragazzi di 15 anni). E compito mio (lo so bene) è convincerli che invece val pena confrontare, ponderare, vagliare.
E poi provare a giudicare; che non dipende solo dalla quantità di articoli letti, né dai dubbi sollevati; ma appunto da quello che loro cercheranno in queste notizie e contronotizie, e da quello che di sé metteranno in gioco.
Li attendo al varco, pronta al lavoro...
I miei alunni, quando vogliono, sanno strapparmi il cuore. Ecco la mail di una di quelle che aveva sollevato il caso Kony, e che non posso non trascrivere:
RispondiElimina"Salve, sono d'accordo sul fatto che prima bisogna informarsi bene sui fatti. In effetti devo ammettere che il video era talmente "ammiccante" (come definito in uno degli articoli) ed invitante a fare qualcosa, che mi sono messa subito in azione, ancor prima di informarmi su eventuali critiche.
Per quanto riguarda gli articoli che ci ha inviato, sinceramente spero che tutta questa propaganda non sia a scopo di lucro per gli USA (come dicono alcuni articoli avrebbero interessi sui diamanti,l'oro e il petrolio nell'Africa)! Mi auguro che siano tutte supposizioni, ovviamente sensate in quanto è già capitato che gli Stati Uniti sfruttassero una situazione di instabilità per trarne profitto, ma che rimangano tali.
Sarebbe davvero bello se per una volta il Mondo facesse qualcosa solo perchè è giusto, qualcosa di disinteressato!
Secondo me è giusto comunque fare propaganda informativa per far conoscere la situazione in cui è stata l'Uganda e in cui sono tutt'ora altri paesi Africani, è giusto che le persone sappiano anche chi è Kony.
Il fatto che ora abbia firmato la pace con il governo dell'Uganda e che sia andato altrove non lo esonera dai suoi crimini: deve essere punito per ciò che ha fatto, ovunque si trovi! Quindi penso che dovremmo renderlo famoso in modo che anche l'UE o l'Onu possano intervenire... arrestando Kony non porremo termine alle numerose ingiustizie, ma saremo un passo più avanti verso la giustizia!"