lunedì 28 marzo 2011

A.A. (Ancora Antigone)

Nei bellissimi giorni primaverili che sono arrivati a Milano, correggere compiti o lasciarsi prendere dalle preoccupazioni appare davvero stonato (tanto più abbandonarsi a pensieri malinconici!). 
Ma oggi il cielo si è coperto, così mi sento meno in colpa a buttar giù qualche riga... E Antigone sta ancora bussando alla porta. 
In una delle pagine finali di Sofocle lette in classe, ci siamo imbattuti anche in quest'altra frase: "Se per gli dei è giusto, allora, attraverso il dolore, riconoscerò la mia colpa...". Mi sono fermata e ho commentato velocemente: "Come è vera questa frase! Capite?". Ma, prima ancora delle risposte esplicite, erano le stesse facce nei primi banchi a dirmi di no. Poi la campanella è suonata, e non c'è stato tempo per dir di più. 

Ma io ho pensato a come Sofocle ha saputo fissare questa intuizione: noi desideriamo così tanto la felicità nella nostra vita, che le contraddizioni che patiamo le possiamo portare solo perché, in un angolo remoto del cuore, qualcosa ci dice che ci faranno arrivare a una verità più profonda, a una personalità più piena. Cioè ad una felicità più grande, dopo. 
Perché nella mia vita la pazienza è questo, non altro: pazienza perché ho visto tante volte questo bene più grande, dopo le tempeste; pazienza perché so che bisogna aspettare le persone giuste a cui porre le giuste domande (e devo decidermi a porle, queste domande!). 
E' solo che nel mondo dei miei alunni pazienza, attesa, dolore, domanda, sembrano a volte parole così lontane... Oppure, per dirla con Pavese: "Forse qualcuno ci ha promesso qualcosa? E allora, perché attendiamo?"...

2 commenti:

  1. Hai ragione. E' come se i ragazzi non avessero futuro, proprio perché non hanno pazienza. Ma a me pare che non abbiano futuro perché hanno il presente, che a loro basta, in questo momento della loro vita. Forse, quando comincieranno ad avere un passato, potranno pensare anche al futuro e alla pazienza che serve per costruirlo. O forse sono andato fuori tema, non so.

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  2. Ciao scorfano! No, non sei andato fuori tema, anche perché penso di aver messo tanta carne al fuoco nel mio post! Soprattutto su qualcosa che mi bruciava un po' in questi giorni.
    E' che ai ragazzi a volte si vorrebbero risparmiare delle fatiche, o si vorrebbe saper dire con più chiarezza che parole come pazienza, sacrificio, ideale, hanno senso, anche per loro oggi che hanno tanto (quasi tutto); perché a volte ci si sente sbagliati a dover pazientare, a non capire subito, e invece la vita ha più spessore di quello che immaginiamo... E questo è un aspetto della vita da ri-conquistare sempre, anche per me.

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