martedì 1 marzo 2011

Fra il Cielo e il mare

Volevo iniziare così l'avventura di questo blog: fra cielo, mare, e la promessa di una musica nuova. Rubando le parole a Lewis (e so che la citazione è alta! Ma non avrei accettato di iniziare per meno...):

"Ci sono state delle volte in cui ho pensato che non desideriamo il Cielo; ma più spesso mi trovo a chiedermi se, nel fondo del cuore, non abbiamo mai desiderato altro ....
Non è forse vero che le vostre amicizie più durevoli sono nate nel momento in cui, finalmente, avete incontrato un altro essere umano che aveva almeno qualche sentore di quel qualcosa che desideravate fin dalla nascita, e che cercate sempre di trovare, di vedere e di sentire, sotto il flusso di tutti gli altri desideri, e in tutti  temporanei silenzi tra le altre passioni più forti, notte e giorno, anno dopo anno, dall'infanzia alla vecchiaia? 
Tutte le cose che hanno mai posseduto profondamente la vostra anima ne sono state solo degli indizi - barlumi allettanti, promesse mai completamente realizzate, echi che si spegnevano subito appena vi arrivavano alle orecchie. Ma se questa cosa dovesse manifestarsi - se mai dovesse sentirsi un'eco che non si spegnesse subito, ma si espandesse nel suono stesso - voi lo sapreste!".

Il mio primo post vuole lanciarsi in mare per fissare i baleni e gli scorci che le giornate riservano, e lasciarli come postille sul web; ai miei amici per primi, e a quanti raggiungeranno queste pagine. Benvenuti a ciascuno di voi!

6 commenti:

  1. Benvenuta nella blogosfera... Ora vedrai quanto ti mancheranno certi silenzi! ;)

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  2. Grazie Davideprof! Eh sì, un po' dovrò arginare il mio tempo qui per non rinunciare ai silenzi che mi sono cari... Ma confido anche nel fatto che mi aiuterete nell'essenziale, così che anche i miei silenzi possano avere il giusto materiale ("happiness only shared"...)

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  3. passavo, non so dove, e ti ho trovata.
    buona avventura!!
    aNdRe

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  4. Grazie Andrea! Alla prossima!

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  5. Talvolta si ha pietà di sé stessi, e della propria infruttuosa ricerca; talvolta si preferirebbe un definitivo tiepido approdo al proprio stesso nocciolo di sofferenza, che almeno sbarri l' ingresso ad ulteriori dolori; ma poi una "disperata vitalità" ti getta veementemente mille e mille volte ancora nell' esistenza. Ed a fronte di tanta caparbia, forse l' udito potrà farsi talmente raffinato da farti alfine cogliere quell' eco.

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  6. Io tifo per rimanere in ascolto di quell'eco. Perché, nonostante tutto, la vita è sempre più grande e più bella della soglia a cui ci fermeremmo (o gli altri vorrebbero farci fermare). Ciao!

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