mercoledì 17 agosto 2011

Universo

Ho appena terminato "Vita e destino": un romanzo pieno di romanzi. Difficile scegliere cosa trattenere perché, davvero, non c'è parola o personaggio cui l'autore non aderisca totalmente. E, per questo, ogni immagine è totalmente vera.

Solo una, allora:
“Quando un uomo muore le stelle nel cielo della notte si sono smorzate, la Via Lattea è scomparsa, s’è spento il sole, si sono spenti Venere, Marte e Giove, si sono fermati gli Oceani, si è fermato il vento e con lui milioni di foglie, i fiori hanno perso colore e odore, niente più grano, niente più acqua, niente più aria calda e fredda. L’Universo dentro l’uomo ha smesso di esistere. Un Universo che somiglia incredibilmente all’Universo al di fuori dell’uomo. E che somiglia incredibilmente all’Universo che continua a riflettersi in milioni di teste vive. Un Universo incredibile, perché capace di distinguere il rumore del suo oceano, l’odore dei suoi fiori, il fruscio delle sue foglie, le venature dei suoi graniti e la tristezza dei suoi campi in autunno da ogni altro Universo fra quanti sono esistiti ed esistono in ogni uomo, e dall’Universo eterno al di fuori dell’uomo. La sua irripetibilità, la sua unicità sono l’anima di ogni singola vita, sono la libertà. Il riflesso dell’Universo nella coscienza umana è alla base della forza dell’uomo, ma la vita diventa felicità, libertà, valore supremo solo quando l’uomo esiste come mondo che mai potrà ripetersi nell’infinità del tempo. Solo quando riconosce negli altri ciò che ha già colto dentro di sé, l'uomo assapora la gioia della libertà e della bontà” (pp. 529-530)

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