lunedì 12 settembre 2011

Un blog, perché...

Ecco: ricomincia il bello! (della scuola, e delle mie giornate).
E, come ogni cosa che ricomincia, mi chiedo a cosa valga la pena; per la scuola, come per questo blog.

Perché ho cominciato? Perché si comincia e si va avanti?

Non ho avuto tempo finora di approfondire il mondo dei blog come vorrei, però alcune idee le ho raccolte:

- alcuni vi trovano un angolo creativo, lo spazio per un interesse prevalente: cucina, fotografia, ecc.
- diversi lo utilizzano per lavoro (un portfolio letterario o artistico).
- c'è chi appunta e pubblica tutto, quasi come su Facebook: nomi (e talvolta cognomi...), luoghi, stati d'animo, foto a volte un po' indiscrete... ma non spesso, sinceramente.
- c'è chi dà tanto spazio a discorsi d'attualità e politica (forse, anche per questi ultimi si tratta del primo caso: un interesse prevalente, in una realtà dove il confronto sembra spesso troppo mortificato, travisato o ridotto...).

E il mio? Be', c'entra con la scuola che inizia; anche se non solo...
Innanzitutto per dar spazio a quelle riflessioni che cominciano in classe e, per tanti insegnanti, non finiscono mai appena usciti da scuola. Perché agli studenti si vorrebbero dire tante cose, ma è giusto innanzitutto che imparino la grammatica, la storia, la geografia, il latino.
Però la vita deborda, e sembra sempre di aver lasciato le cose più importanti fuori dall'uscio...

Un tempo, quando correggevo temi, segnavo gli errori a penna (più raramente, commentavo un bel passaggio...). 
Ma in alcuni scritti resta impigliato molto di più; le domande inespresse e le richieste d'aiuto degli studenti sono più palpabili del foglio stesso. Allora appuntavo a matita qualcosa, oppure inserivo la fotocopia di un libro che mi sembrava potesse aiutare a far chiarezza...

E così ho cominciato questo blog. Fra l'altro, all'inizio, non dicendolo ai miei studenti. 
Poi qualcuno mi ha chiesto. Ed è giusto così: prima il rapporto reale; e poi questa forma in cui cerco di orientarmi, di trovare le parole giuste...

Non scrivo di politica, perché mi interessa molto meno di altro. Anche se non c'è atto o decisione che non la implichi, certo. Ma mi interessa molto di più ciò che unisce: è l'esperienza di tutti i giorni che mi fa ritrovare in blog di appartenenza culturale anche molto diversa dalla mia; laddove le etichette tranciano spesso rapporti prima ancora che nascano... Invece, c'è così tanta verità nell'esperienza diretta, sul campo, che basta per tutti, ed è questo che voglio condividere.

Forse un blog si scrive perché di parole e di vita (soprattutto per chi insegna) non se ne ha mai abbastanza. Perché si attende la parola più giusta, più decisiva, che può far capolino da dietro l'angolo (in noi, e soprattutto attorno a noi, anche dall'ultimo arrivato).
Perché noi capiamo noi stessi da tutto quello che ci viene incontro: dalle persone (tutte) e dai pensieri che sorgono in noi. Anche se non siamo mai solo appena quelli...

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