domenica 9 ottobre 2011

La libertà di far da soli

L'altra sera, parlando con alcuni amici, Davide mi ha dato questa bellissima "formula" sull'educazione (lui non insegna a scuola; ma ha una sanissima esperienza da papà): per lasciare ai ragazzi la libertà di far da soli, occorre esserci di più.

Che, detta così, sembra magari la scoperta dell'acqua calda. Invece si avrebbe l'impressione del contrario, coi ragazzi: "Se penso che qualcosa sia importante, devi ascoltarmi! E se non so più cosa fare con te, fa' quel che ti pare (arrangiati)". (Peggio forse potrebbe essere solo: "Faccio io..."). 

Mi sembra che si possa anche ridire così la tentazione di tanti genitori e insegnanti.

Ma un ragazzo, da solo, difficilmente si arrangia. Lasciato libero ("a se stesso"), presto non farà più nulla. Così la libertà di fare diventa libertà di sprecarsi. Invece, è proprio diverso se a un ragazzo si chiede tanto perché si da tanto; anzi, non mi sembra che gli si possa chiedere niente se non a queste condizioni. Sarà più libero lui (di fare) se sono più libera io (di fare, e di lasciarlo fare). Il che vuol dire magari attendere, in lontananza, che in lui qualcosa succeda, e farglielo notare. 
E psicologicamente credo che le cose non cambino col passare del tempo. Se è vero alle elementari, quanto è stato vero per una mia studentessa, l'anno scorso; uno dei suoi drammi più grandi era che la madre, nel disordine che vigeva a casa sua, non la guardasse neppure mentre lei provava a studiare. 

Se la libertà è uno dei valori che mi sta più a cuore, è proprio perché voglio che i miei studenti imparino a camminare da sé, ma non a essere da soli. Per chiedergli di essere liberi davvero, occorre esserci di più.

2 commenti:

  1. Condivido quanto scrivi. Ma è davvero difficile, per quanto meraviglioso, il mestiere di genitori. L'eccellenza, a mio parere, è cercare di sbagliare il meno possibile :)))

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  2. Certo, anche io cerco di sbagliare il meno possibile. Ma mi rendo conto che a volte la preoccupazione di non sbagliare fa restare immobili. Invece, se ci si pone dal punto di vista di "esserci" di più, anche gli sbagli servono, e i ragazzi si accorgono prima di noi di questa "tensione" a essere diversi (prima ancora che noi diventiamo perfetti ;)

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