martedì 18 ottobre 2011

Z da scoprire

«La poesia? È come una preghiera. Per dire grazie». Grazie di che cosa? «Di essere arrivato a novant’anni con lo stesso desiderio di quando ne avevo sette: quello di scrivere». [...]
Per ricordare i suoi novant’anni gli amici le hanno “confezionato” un pomeriggio di poesie d’amore. Non è un po’ singolare?«Io non lo trovo singolare, perché considero la poesia d’amore quella più vicina a Dio. Anzi, è quella che avvicina a Dio».
Che lo dica lei, che si è sempre considerato un laico…«Non lo sono più tanto. Anzi, non lo sono affatto. Da tempo sono alla ricerca. Di Dio, nel mio caso. D’altra parte, tutti gli uomini cercano il motivo della loro esistenza».
Ritiene di averlo trovato?«Non completamente, perché Dio non è mai raggiungibile. Questa “fortuna” tocca ai santi, ma io santo non sono. Attenzione, però: la mia non è una ricerca forzata. È naturale, come lo è il respiro. Ci sono persone che perdono per la strada questo soffio. Io lo sto recuperando». (A.Zanzotto, da un'intervista ad Avvenire, febbraio 2011)


"...e il mai tacente il mai convinto cuore
tutto è ricco e perduto
morto e insorgente
tuttavia nella luce...."
("Idea", 1951)

 

domenica 9 ottobre 2011

La libertà di far da soli

L'altra sera, parlando con alcuni amici, Davide mi ha dato questa bellissima "formula" sull'educazione (lui non insegna a scuola; ma ha una sanissima esperienza da papà): per lasciare ai ragazzi la libertà di far da soli, occorre esserci di più.

Che, detta così, sembra magari la scoperta dell'acqua calda. Invece si avrebbe l'impressione del contrario, coi ragazzi: "Se penso che qualcosa sia importante, devi ascoltarmi! E se non so più cosa fare con te, fa' quel che ti pare (arrangiati)". (Peggio forse potrebbe essere solo: "Faccio io..."). 

Mi sembra che si possa anche ridire così la tentazione di tanti genitori e insegnanti.

giovedì 6 ottobre 2011

Mani nei capelli...

Due giorni fa la sottoscritta è tornata a tagliarsi i capelli; e ha riscoperto che è bello.

C'è sempre un attimo in cui, fatto lo shampoo, passano due/tre minuti. Si guarda allo specchio, con la mantellina che le lascia fuori solo la testa; e vedersi docile, pronta a essere tosata come una pecorella, le fa tenerezza (vabbé, ok... li ho solo spuntati, i capelli!).

Sarà che abita a Milano, ed è sempre di corsa; sarà che col tempo si apprezzano di più alcuni gesti rituali. Però lasciare finalmente che un altro si occupi di lei, e sui suoi capelli ne sappia di più, è bello. Anche solo dopo lo shampoo, la faccia è diversa (prima ancora di vedersi coi capelli nuovi).

lunedì 3 ottobre 2011

Le tre C; quell'unica A [per una scuola del XXI secolo...]

Appena diventata insegnante, la propaganda ministeriale martellava non poco sul mito delle 3 "I" a scuola. Ora a quanto mi risulta è certo più invadente, almeno su carta, quello delle 3 C (Competenze, Conoscenze, Capacità; la prima C, soprattutto!).

Eppure, nella vita pratica di studenti e insegnanti credo sia necessario soprattutto quel fattore, che non potrà mai essere regolamentato; perché dipende così tanto dalla personale, delicatissima disposizione d'animo di chi insegna e di chi apprende, che mai potrà essere imposto, o fissato una volta per tutte; mentre è l'unico che renda davvero possibili trasmissione di conoscenze, promozione di competenze e capacità.

Mi è stato chiaro settimana scorsa, per una libera iniziativa proposta a scuola.