(per la foto: grazie Barbara Z!) |
Io insisto tanto sulla grammatica italiana. Mi piace epica, adoro poesia, leggo volentieri Manzoni... Ma è proprio da lei che non ti aspetteresti scintille. E invece.
Oggi, per esempio, correzioni insieme delle analisi del testo su Montale: Meriggiare pallido e assorto, Maestrale, Prima del viaggio.
Bello scoprire che Montale ha strutture così simili a Leopardi: prima la descrizione, poi la sintesi esistenziale (le due strofe di Prima del viaggio lo sanciscono a pieno).
E ancora la denotazione e la connotazione: il Maestrale accarezza il cuore vasto del mare, i rami additano l'orizzonte... Gesti affettuosi, perché solo gli amici sanno come raggiungerci, e vogliono indicarci il meglio (è la stessa natura amica dei Limoni).
I gabbiani non sostano mai, "perché ogni cosa porta scritto:/ Più in là" (nessun cartello, nessun indice a fondo pagina, nella giornata: ma ogni persona incontrata schiude orizzonti; ogni aspetto in cui ci si inoltra suggerisce, invita. E' la vita ad invitarci - che la figura etimologica non sia casuale...?
Sentiamo la "maretta che parlotta" tra gli scogli, la "vasta distesa che si spiana beata"... (è l'orecchio fine di Montale. Che ci infastidisce apposta, altrove; per esempio con quei tremuli scricchi/ di cicale dai calvi picchi).
Ma è come se Montale non volesse abbandonarsi mai del tutto: ai suoi amici - vento, rami e mare; alle sue speranze ("Mi dicono ch'è una stoltezza dirselo"). Quasi non vorrebbe porre sé in questo paesaggio amico.
Ragazzi, vi siete accorti che forme verbali ci sono in Prima del viaggio? "Quasi tutti si passivanti!" Quindi? "Forme impersonali, senza soggetto". E in Meriggiare? "Solo verbi all'infinito!" Perché? "Perché è un modo indefinito. Impersonale!" (allora visto, che studiare grammatica serve? :-)
Bello l'approccio "formale" alla poesia: la cosa difficile è trovare il contenuto nella forma. Limitarsi a farsi "colpire" da un contenuto evocativo senza scorgerne i segni formali toglie qualcosa alla fruizione della specifica bellezza poetica e trasforma la poesia in un pensiero filosofico espresso in modo complicato, che ne dici?
RispondiEliminaSono d'accordo con te. In realtà, non avevo pensato alla poesia in termini di "filosofia espressa in modo più complicato" (ma per quella di Montale credo che la tua osservazione si presti molto).In me l'approccio formale alla poesia è legato probabilmente anche all'ambito della mia tesi (in Storia della Lingua Italiana, su Govoni).
RispondiEliminaMa con Montale il discorso è di lunga data: sono sempre stata affascinata (quasi ipnotizzata) dal suo linguaggio. Ha sfumature inconfondibili, che scruto spesso per carpirne il segreto. Ieri in classe ne ho scoperto una piega in più...